Le mappe concettuali

La mappa concettuale è un metodo visuale di apprendimento. Invece di usare frasi e paragrafi, le mappe concettuali utilizzano diagrammi, grafici e immagini che rappresentano visualmente l’informazione. Esse permettono di essere più creativi, di capire meglio le strutture concettuali complesse e incrementano l’apprendimento.

Gli esseri umani hanno elaborato le informazioni attraverso diagrammi visuali per migliaia di anni. Ogni antica forma di scrittura ha utilizzato diagrammi e immagini al posto di simboli astratti come quelli utilizzati oggi. La scrittura che utilizza dei segni astratti è un'invenzione recente nella storia umana.

Il modo migliore per spiegare una mappa concettuale è analizzare la mappa presentata qui di seguito. Partendo dal centro e seguendo in senso orario ogni ramo di cui è composta la mappa. Congratulazioni! In pochi momenti ti sei fatto un’idea di alcuni concetti riguardanti l'utilizzo del verbo nella lingua inglese.

Le mappe concettuali sono diagrammi che utilizzano diverse metafore visuali per spiegare le informazioni. Ogni forma, linea, freccia e immagine ha uno specifico significato per ogni tipo di mappa concettuale. Le mappe possono utilizzare attributi come la posizione, il colore e la misura di una forma per aggiungere più significati. 

Nelle mappe concettuali si distinguono due elementi fondamentali:
  • I concetti messi nei nodi o celle. I concetti partono da un concetto chiave e si sviluppano attraverso i concetti subordinati.
  • Le relazioni tra i nodi. Le relazioni sono le linee che collegano i concetti. Le linee hanno delle etichette che spiegano la relazione tra i nodi. Le frecce mostrano la direzione della relazione. Non sempre le linee hanno un’etichetta.

Le mappe concettuali possono essere utili per i seguenti studenti:
  • Per chi apprende più facilmente attraverso le visualizzazioni.
  • Per chi ha bisogno di strutturare logicamente le informazioni apprese.
  • Per chi lavora meglio in gruppo.

Con le mappe concettuali è possibile rappresentare qualsiasi idea, possono essere semplici o complesse. Questo strumento è molto utile per la memorizzazione, perché da una parte attiva un atteggiamento di creatività e comprensione per ciò che si studia, mentre dall’altra permette l’utilizzo della tecnica mnemonica della visualizzazione e del concatenamento.

Ci sono molti software che possono essere utilizzati per creare le mappe concettuali. Io utilizzo IHMC CmapTools, un software gratuito.

Tipologie di memoria

La memoria è una capacità o abilità. Quando si pensa di non aver memoria o poca memoria, si fanno delle affermazioni imprecise. Nella maggior parte delle volte una cattiva memoria è dovuta ad uno o entrambe di queste cause: scarsa attenzione quando si percepisce l’informazione, tecnica utilizzata per codificare e richiamare l’informazione. Quindi è possibile affermare che non esiste una buona o cattiva memoria, ma tecniche di memoria funzionali o no.

Studi recenti hanno classificato la memoria in base al contenuto dell’informazione e al tempo di ritenzione. Seguendo questa classificazione abbiamo riguardo al tempo di ritenzione queste tipologie di memorie.

Memoria sensoriale. Registra le informazioni che provengono dagli organi di senso per pochi millesimi di secondo. I sensi raccolgano migliaia d'informazioni ma lasciano passare solo quelle più significative.

Memoria a breve termine. Permette la ripetizione immediata di un’informazione, come quando ripetiamo a mente un numero di telefono che ci hanno appena dato. Se non c’è volontà di conservare l’informazione, la perdiamo subito.

Memoria di lavoro. Con essa possiamo confrontare l’informazione con altre già immagazzinate, facendo l’esempio del numero di telefono non solo riusciamo a ricordarcelo, ma possiamo anche dirlo al contrario. In questa fase avviene una prima codifica che utilizziamo solo per eseguire l’operazione desiderata. Questa memoria è utilizzata durante l’intera giornata per fare tutte le operazioni quali, per esempio, il calcolo del resto di un acquisto, quindi deve essere altamente funzionante.

La memoria a lungo termine. Ci permette di conservare le informazioni per un lungo periodo. Se il ricordo è ben consolidato, questa memoria può considerarsi permanente. La memoria a lungo termine può essere suddivisa secondo i contenuti che conserva.

Iniziamo dalla memoria esplicita o dichiarativa. Questa può essere richiamata mentalmente con un atto di volontà, e rappresenta delle informazioni che possono essere descritte, di cui si può parlare. Questo tipo di memoria può essere suddivisa in episodica e semantica. In quella episodica sono conservate le informazioni riguardanti la storia della vita di una persona, in quella semantica abbiamo le informazioni inerenti tutte le nozioni che abbiamo appreso: regole sulla lingua parlata, formule matematiche, ecc.

I contenuti riguardanti le nostre capacità motorie come il camminare, l’andare in bici, guidare un’auto e altre ancora, sono conservate nella memoria implicita. Questa funziona in modo automatica, non c’è bisogno di nessun atto di volontà per richiamarla, migliora con la pratica e si esprime con l’esecuzione. Molti dei nostri apprendimenti avvengono attraverso la memoria esplicita, poi col passare del tempo diventano impliciti, automatizzandosi e diventando delle abitudini.


La memoria

Puoi pensare per un attimo di non avere nessun'informazione archiviata del passato o dei tempi più recenti? Questo pensiero è impossibile da concepire, senza alcun'informazione storica o contestuale, come potresti sapere chi sono le persone che ti parlano, quali sono i tuoi colori preferiti, cosa fare degli oggetti che ti circondano?

La memoria permette di archiviare e ritrovare informazioni riguardanti il mondo e come ci rapportiamo ad esso, è vitale per capire chi siamo, le nostre relazioni con la gente che ci circonda, e cosa significa il mondo per noi. Per capire come la memoria funziona, immagina di mettere dentro un album le foto scattate durante il viaggio dell’estate scorsa. Fai quest'operazione affinché tu possa rivivere ogni parte della tua esperienza quando vuoi, puoi aprire l’album e ritrovare le foto giuste senza alcun problema. Queste tre azioni: acquisizione (chiamata anche codifica), archiviazione e richiamo, sono i tre passaggi sviluppati con la memorizzazione.

L’acquisizione avviene attraverso i sensi, qualora l’informazione sia ritenuta importante viene codificata per essere ricordata nel tempo. Questo passaggio è permesso dal consolidamento che archivia l’informazione nel cervello. Infine, il recupero serve a richiamare le informazioni conservate attraverso una decodifica della stessa.

Le tecniche di memoria permettono di registrare e di codificare le informazioni, in modo che possano essere facilmente ritrovate. Vedrete più avanti che ci sono molti modi che possono incrementare le capacità personali di memorizzazione.



La programmazione degli esami

Durante il periodo dell'Impero Romano, un giovane soldato si stava recando a Roma. Era, ormai, nelle vicinanze della città, quando chiese ad un anziano, fermo sul ciglio della strada, quanto tempo ci volesse per raggiungerla. L'anziano gli ripose che non lo sapeva. Il giovane lo salutò e continuò a camminare lungo la sua strada. Aveva fatto pochi passi, quando l'anziano lo chiamò e gli disse che c'avrebbe impegnato un paio di ore. Il giovane gli chiese come mai qualche minuto prima non lo sapesse. L'anziano, allora, gli rispose che non aveva ancora visto il passo della sua andatura.
Nella programmazione di un esame, la prima cosa da fare è capire qual'è la nostra andatura. Per farlo dobbiamo impiegare un'ora (cioè cinquanta minuti come spiegato nel post relativo a quanto tempo studiare) per sapere quante pagine riusciamo a studiare di un certo libro. Se l'esame comporta più libri è necessario ripetere l'operazione per ognuno.
Conoscendo le pagine che riusciamo a studiare, le moltiplichiamo per le ore giornaliere che dedichiamo allo studio per sapere quante pagine riusciamo a studiare ogni giorno. A questo punto, conoscendo le pagine che compongono un libro, capiremo quanti giorni sono necessari per studiarlo. Ai giorni necessari dobbiamo aggiungerne il venti per cento, per esempio se il risultato del conteggio iniziale è stato di venti giorni dobbiamo aggiungerne altri quattro e quindi arrivare a ventiquattro. Il venti per cento che calcoliamo in più riguarda gli imprevisti che possono ritardare il nostro studio. Se si ha uno stile di vita in cui è molto probabile che ci siano degli imprevisti, bisogna aumentare maggiormente la percentuale del venti.
Un'ultima accortezza è quella di calcolare un'ora al giorno da dedicare ai ripassi, come è spiegato nel post relativo a questa tecnica.

 

Per quanto tempo studiare

La nostra capacità di assimilare gli argomenti che sono oggetto del nostro studio, non è illimitata, dopo quarantacinque minuti il nostro cervello ha bisogno di una pausa. Per la precisione, il massimo dell'apprendimento avviene nei primi venticinque minuti e nei restanti venti il rendimento ha una fase calante. Inoltre, quando iniziamo la nostra attività di studio la nostra efficienza è al massimo, in seguito c'è un abbassamento dell'energia. A prova di quanto detto pensiamo alla necessità di zuccheri avvertita dopo un aver studiato per alcune ore, il cervello ha bisogno di molta energia per funzionare.
La nostra giornata di studio dovrebbe iniziare, quindi, con l'affrontare gli argomenti più difficili, quelli che richiedono più impegno mentale, per finire a quelli più facili quando ormai siamo stanchi.
Le ore impiegate bisogna distribuirle in modo che per ognuna ci sia una pausa di quindici minuti. Nei quarantacinque minuti di studio cerchiamo di affrontare un argomento per intero, in modo da non perdere tempo in seguito nel trovare “il filo del ragionamento”. I quindici minuti di pausa vanno suddivisi in due parti. Nei primi dieci minuti facciamo qualcosa che crei un distacco dallo studio e che ci rilassi e gratifichi. Nei cinque minuti finali ripassiamo mentalmente l’argomento che abbiamo studiato precedentemente, in modo che si possa creare un collegamento con quello che si va a studiare.
Un altro tipo di suddivisione che si potrebbe fare è quello di sfruttare al massimo i primi venticinque minuti in cui si è carichi di energia, poi fare una pausa di cinque minuti, fare altri venticinque minuti e poi un'interruzione di dieci minuti. Durante i venticinque minuti non si deve fare nient'altro che studiare, e per non farci distrarre dalla curiosità di guardare l'orologio per vedere quanto tempo è passato, possiamo utilizzare un timer che ci avvertirà che i venticinque minuti sono passati ed è arrivato il momento di prenderci una breve pausa.

Tecniche minori di allenamento della concentrazione.

Nella tecnica di sviluppo della concentrazione mediante la focalizzazione sul respiro era possibile raggiungere un duplice scopo: tenere l'attenzione fissa su un oggetto diventando consapevoli del vagare della mente, rilassarsi grazie alla respirazione addominale. Nelle tecniche che sono ora proposte lo scopo è solo quello di tenere fissa l'attenzione su un oggetto. Il loro vantaggio è che sono molto semplici e possono essere relizzate in qualunque luogo e momento.

La prima tecnica molto semplice è quella di contare. Quest'attività richiede da una parte attenzione perché con i numeri non si può sbagliare, dall'altra parte poiché è un esercizio che alla lunga può risultare monotono è facile che la mente possa distrarsi. Possiamo inziare da qualcosa di facile per aumentare gradualmente la difficoltà. Iniziamo per esempio contando fino a 100 per due alla volta, passiamo poi a contare fino a 200, a 300, a 400, per tre, per quattro, per tre e per cinque alternativamente, possiamo contare a ritroso.

La seconda tecnica è quella di trovare gli articoli grammaticali (il, lo, la, ecc.) in una pagina di giornale. Alcuni test sull'attenzione si fondano su esercizi simili a questo.

Test sull'attenzione che consiste nel trovare sei campanelle tra tutti i disegni prposti

L'ultima tecnica è quella di mantenere l'attenzione sulla cornice di un quadrato come nell'immagine proposta. Dopo un po' vi accorgerete che il vostro sguardo tenderà a posarsi sul centro dell'immagine.
Provate a mantenere l'attenzione sulla cornice nera.
 Come per tutti gli allenamenti è necessario fare gli esercizi con una certa costanza per avere risultati.